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Quando arriva il tempo delle ferie, tutti sono contagiati dalla voglia di evadere, di andare in qualche posto nuovo, anche solo per un giorno. Domenica 29 luglio, il piazzale, in cui come il solito a Gravellona si aspetta l’arrivo del pullman, è gremito, poiché oltre a noi, armati di zaino e scarponi, in viaggio verso la Valle d’Aosta, sosta una nutrita folla di persone con borse di paglia e ciabattine, che invece sogna il mare.
L’autista fila spedito sull’autostrada semideserta e solo quando incomincia la salita della Val d’Ayas il generale stato di dormiveglia si dissolve, dando spazio a cenni di dialogo, ad occhiate curiose, a domande interessate. Guardiamo le montagne verso cui ci stiamo dirigendo, ad una ad una o nell’insieme, ne osserviamo i profili, studiamo la conformazione dei picchi, cerchiamo di indovinare la via di ascesa, fissiamo la croce di vetta che brilla al sole.

CAI Verbano - Corno Bussola (m 3023) in Val d´Aosta da Estoul: Monte Bianco e Cervino CAI Verbano - Corno Bussola (m 3023) in Val d´Aosta da Estoul: il ponticello sul rio del lago della Battaglia

Sono belle le montagne. La loro grazia pervade l’intero paesaggio, dalle case di Brusson, siano esse villini, chalet o baite ristrutturate, a tutti gli oggetti della quotidianità: il pergolato della vite, la fontanella di legno, la rosa canina cascante dal muricciolo, la banale catasta di legna addossata al muro e … i gerani, a cascate, a festoni, a fasci, a ghirlanda. Pensando agli “spelacchi” del mio balcone, rabbrividisco.
Sono creazioni di arte povera che ci accompagneranno per tutto l’itinerario, che ritroveremo nel piccolo larice fieramente issato su un masso erratico, nei casolari accucciati nel verde come sentinelle dormienti, nei cuscini di ranuncoli acquatici, naturali ammortizzatori dei salti d’acqua del torrente, nel ponticello a schiena d’asino, romantica porta d’ingresso nell’area lacustre del Palasina.

CAI Verbano - Corno Bussola (m 3023) in Val d´Aosta da Estoul: vista verso sud

A Estoul, nome di derivante dal toponimo dialettale patois “stalla”, incomincia la nostra avventura verso il Corno Bussola. Una invitante sterrata ci introduce nella pineta, fino a quando, usciti dal bosco, incontriamo la strada poderale, nastro di collegamento tra gli alpeggi, disseminati nella conca prativa tra le dolci ondulazioni dei pascoli e protetti a monte da contrafforti rocciosi.
Le montagne sono vive. Intorno a noi ferve una generale, intensa attività. Gli alpigiani sono impegnati nel lavori della malga, il suono dei campanacci scandisce le pigre evoluzioni delle mucche, la voce del torrente sottolinea il suo regolare fluire tra i ciottoli o il suo roteare balzando tra i massi verso il fondovalle, i cerchi e i mulinelli sulla superficie dei Laghi sono il rimando delle scorribande subacquee di una popolazione ittica abbondante e vitale.
Tutto si muove. La brezza del mattino, scuotendo gli steli del prato pronti per la fienagione, sfoglia le pagine di un erbario a noi arcinoto, eppure sconosciuto, nella interminabile serie di appendici barbute, spigate, pennute, frangiate, irsute, velate, a coda, a ombrello, a capolino, a pennacchio, a dentelli, che mai avevamo notato.

CAI Verbano - Corno Bussola (m 3023) in Val d´Aosta da Estoul: i laghi di Palasina CAI Verbano - Corno Bussola (m 3023) in Val d´Aosta da Estoul: sullo sfondo la cima nostra meta

Il soffio della vita è presente ovunque. Poco sotto la vetta vedremo le rocce, materia chimicamente inerte e abiotica, partorire fiori ebbri di profumo, di colore, di carica riproduttiva, di resistenza alla avversità, di rara delicatezza nel loro effimero esistere.
Lasciato sulla destra il Rifugio Arp, si imbocca un sentiero e si incomincia a salire verso la conca Laghi in un contesto naturale di tale graziosa armonia, da generare ammirazione, stupore, sorpresa, curiosità. Sono tutti laghi di escavazione glaciale dai nomi particolari: lago della Battaglia, in ricordo delle scaramucce anche cruente che qui ebbero luogo, lago della Pocia ovvero del Mestolo, Lago Lungo, Lago Verde.
Alcuni amici del gruppo, appagati dal contatto con un ambiente così rilassante, decidono di fermarsi in attesa dei compagni che porteranno a termine la salita.

CAI Verbano - Corno Bussola (m 3023) in Val d´Aosta da Estoul: foto di gruppo in vetta CAI Verbano - Corno Bussola (m 3023) in Val d´Aosta da Estoul: dalla vetta in lontananza il Cervino

Da questo punto in poi si “arrampica”, perché i tornanti tracciati su un pendio in decisa e costante pendenza concorrono a far quota velocemente; alcuni manufatti metallici facilitano il superamento di alcune rocce cosicché, in un breve lasso di tempo, ci troviamo noi ad occupare il posto delle colorate formichine, che poco prima dal basso vedevamo annaspare sulla pietraia sotto la vetta.
Le montagne danno gioia. Toccata la croce del Corno Bussola esplode l’euforia. I fotografi balzano come capretti da un sasso all’altro per rubare alla foschia in arrivo alcuni primi piani d’eccezione: il Rosa, che visto da qua non sembra lo stesso, il Cervino oggi accondiscendente in via eccezionale a mostrare le sue fattezze, il Gran Combin, il Bianco gigante buono, il Gran Paradiso e tutto il corollario di montagne della cerchia alpina. E’ impossibile descrivere il panorama che si offre allo sguardo senza far uso di superlativi: suggestivo, incantevole, sublime …
Ci sentiamo librati nell’infinito, leggeri e liberi, come l’aliante bianco che volteggia nell’azzurro sopra di noi. Abbiamo il mondo ai nostri piedi.
Solitamente l’arrivo in vetta segna la fine dell’escursione, ma questa volta la via di ritorno, differente rispetto a quella di andata, riserva altre sorprese.

CAI Verbano - Corno Bussola (m 3023) in Val d´Aosta da Estoul: il lungo saliscendi in cresta verso Punta del Lago CAI Verbano - Corno Bussola (m 3023) in Val d´Aosta da Estoul: tratto della lunga cresta

Un susseguirsi di saliscendi in cresta, su sentiero esposto ma percorribile in totale sicurezza, ci porta ad ammirare dallo speciale belvedere le due valli contigue di Ayas e di Champorcher, i vicini Corno Vitello e Testa Grigia, a raggiungere la Punta del Lago, per calare verso il Colle Palasina su un tappeto di stelle alpine in piena fioritura.
Dopo il momento di festa per il ricongiungimento ai compagni, che pure hanno trovato varie opportunità di ricreare il corpo e lo spirito, il gruppo ricomposto affronta la discesa, di contenuto dislivello ma di sviluppo notevole, sotto un sole che dardeggia.
Eppure, in un contesto così demotivante, affiorano espressioni di compiacimento, di soddisfazione, di piacere per l’esperienza vissuta. Credo che, se fosse stato proposto ai partecipanti un brainstorming (versione erudita del vecchio gioco “Dico Corno Bussola e penso a ….”) non si sarebbe incorsi nel rischio di plagio, anzi, ognuno dei quaranta presenti si sarebbe trovato nell’imbarazzo di dover assegnare delle priorità alle mille suggestioni vissute per scegliere la più gradita.
Il plauso generale a Maria, che ha proposto l’escursione, si rinforza sul pullman durante il viaggio di ritorno. Mi pongo una domanda. Sarà stato più faticoso per lei condurre tutti al Corno Bussola o cuocere i cantuccini nel forno con le temperature infernali di questi giorni?

Maria B.

Le foto dell'escursione
Percorso e ambiente su Google Earth