Per capire a fondo il senso dell'escursione organizzata dal CAI Verbano Intra, nella persona in particolare dell'instancabile Carla, escursione compiuta da una trentina di soci il 19-20 Settembre sugli Appennini tosco-emiliani, bisogna iniziare dalla fine e cioè  dalla rispettosa visita all'imponente cimitero di guerra tedesco collocato in posizione dominante sul passo della Futa. Questa conclusione dell'escursione ha dato dunque diverse chiavi di lettura: fine della vita terrena di 33.000 soldati tedeschi, che qui hanno combattuto e sono morti; fine della guerra, almeno in Italia, provocata dallo sfondamento delle fortificazioni della linea cosiddetta gotica da parte degli anglo-americani; fine di un anacronistico impero e del mito del super-uomo che tutto può su altri suoi simili, solo perché di una cultura o lingua o religione differente.
Camminando silenziosi, quasi timorosi, lungo i viali del cimitero e poi osservando dall'alto le infinite piccole lapidi bianche con i nomi dei Caduti (e quanti "unbekannt"!), il sentimento di avversione, se non di odio, verso questi stessi soldati che si aveva provato il giorno prima ascoltando da un frate dossettiano il racconto di mesi tragici davanti alla chiesa e al cimitero di Casaglia, uno dei tanti luoghi di feroci fucilazioni perpetrate dalle SS tedesche su donne e bambini, questo sentimento si sfaldava, divenendo pietà e sconforto. La morte tutto livella, la morte unisce nello stesso dolore vittime e carnefici e chiede solo sentimenti di pietà.

CAI Verbano - Sull’Appennino Tosco-Emiliano su percorsi storici e ambientali: Monumento a memoria dell'Eccidio di Monte Sole CAI Verbano - Sull’Appennino Tosco-Emiliano su percorsi storici e ambientali: i resti della Chiesa di S.Martino di Monte Sole

Abbiamo avuto la fortuna di avere con noi Sergio, l'amico di Bologna che ci ha accolto con amicizia e accompagnato per due giorni, facendo vivere i luoghi che attraversavamo con i suoi racconti profondi ed appassionati, e Marinella che instancabile coglieva fiori e ghiande, per illustrarci con pazienza la grande biodiversità di quei luoghi, anche rispetto ai nostri. Sergio ci illustrava, mentre ne osservavamo le macerie, paesi distrutti dal fuoco amico, come a San Martino, e altri rasi al suolo dal fuoco nemico, come sul monte Sole, ma le macerie di entrambi erano drammaticamente eguali, i focolari distrutti portavano inciso nello stesso modo il dolore di vite spezzate e non importa da chi.
E' questo il dramma delle guerre, perché esse possono essere "giuste", quando si vincono, ed "ingiuste", quando si perdono, ma entrambe sono tragicamente guerre "inutili", perché alla fine l'uomo si ritrova sempre al punto di partenza, solo un poco più povero, e non solo di beni, ma soprattutto di valori.

CAI Verbano - Sull’Appennino Tosco-Emiliano su percorsi storici e ambientali: il Monumento ai Caduti di Marzabotto CAI Verbano - Sull’Appennino Tosco-Emiliano su percorsi storici e ambientali: resti del Cimitero di Casaglia

Abbiamo vissuto quindi due giorni di profonda riflessione e di conoscenza di luoghi e vicende forse per noi, più abituati agli avvenimenti della prima guerra mondiale per via della linea Cadorna e delle battaglie degli alpini, lontane e poco conosciute, anche se il commosso racconto di Ferruccio, miracolosamente scampato agli eccidi di massa a sedici anni, ci ha avvicinato alle lotte partigiane e quindi abbiamo potuto fare un parallelo con quanto accadde anche sui nostri monti negli stessi anni di fine guerra.
Abbiamo camminato molto, specie il secondo giorno percorrendo la via delle creste sotto il monte Gazzaro per giungere al passo della Futa, e queste lunghe ore ha permesso di assimilare quanto ci veniva raccontato, oltre che di rinsaldare vecchie amicizie ed iniziarne di nuove.

CAI Verbano - Sull’Appennino Tosco-Emiliano su percorsi storici e ambientali: resti dell'antico borgo di Caprara di Sopra CAI Verbano - Sull’Appennino Tosco-Emiliano su percorsi storici e ambientali: il Cimitero militare germanico della Futa

Al rientro, sul pullman, Liborio ci ha fornito un ulteriore motivo di riflessione, collegando la linea Gotica alle vicende nostrane del capitano Filippo Beltrami, illustrando la vita dell'ingegner Piero Puricelli, costruttore di strade, che abitava sul lago di Varese e che aveva progettato con l'organizzazione Todt quella linea difensiva per poi avvicinarsi nel 1944 alla vedova del Capitano, che abitava anch'essa nello stesso paese dell'ingegnere, per mettere in salvo numerosi fuoriusciti e svelare agli alleati i piani delle fortificazioni. Storie complesse, che si intrecciano magari confusamente, ma che dimostrano come avvenimenti apparentemente così diversi, poi alla fine si collegano: il mondo è grande, il mondo è piccolo. Anche questo è il fascino della vita.
Una due giorni dunque atipica, piena di tante cose, il cui ricordo rimarrà a lungo, sperando di aver compreso il messaggio che ci è giunto da così tante morti e così diverse - ma alla fine così eguali - tra di loro.  
Il CAI è montagna, ma anche storia, anche cultura, perché l'uomo non è fatto solo di piedi, ma anche di testa, di cuore e soprattutto di valori, che soprattutto gite come queste servono a rinsaldare.

La galleria fotografica delle due giornate