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Fallère? Chi è mai costui?
La giornata di domenica 2 agosto si apre con la solita atmosfera sonnacchiosa che caratterizza l’avvio delle attività dopo una levataccia in orario antelucano.
- Ragazzi… esordisce a circa metà viaggio Maria, la capo - gita, per richiamare l’attenzione dei presenti. Quell’appellativo inusuale è una iniezione di energia, infatti dissolve il generale torpore e accende i cuori di giovanile ardimento.
Non appena i primi raggi di sole piovono sulle cime delle montagne valdostane e una grande luna bersagliata dalla luce si dissolve in trasparenze argentee, i piccoli paesi, con le roselline sulle siepi, i convolvoli avvinghiati alle staccionate, le cascate di gerani pendenti dai balconi, si animano.
Il pullman si ferma nella piazzola di Vetan; bisogna scendere e … tutti in marcia!

CAI Verbano - Mont Fallère (Valle d’Aosta): Museo a cielo aperto a Vetan CAI Verbano - Mont Fallère (Valle d’Aosta): lungo i pascoli in quota

Senza dislivelli importanti attraversiamo la fascia delle malghe, con i casolari fumanti, i campicelli coltivati, le mucche al pascolo, quindi quella dei prati rinsecchiti dall’arsura e gradatamente invasi da piante pioniere, ontanelli e betulle, infine entriamo nel bosco di conifere. Qui la mulattiera si ramifica, si contorce, si flette per adattarsi alle radici superficiali di larici, pini cembri, abeti rossi, che diffondono nell’aria una balsamica fragranza. Non appena gli alberi si diradano e la strada inizia a salire lungo una smussata linea di cresta, sui rami, ai piedi dei tronchi, sul ciglio della strada fanno la loro comparsa vari personaggi, che ci accompagneranno fino al Rifugio. Inizialmente sono piccoli animali scolpiti nel legno e collocati nel loro naturale habitat, poi via via che si prosegue i soggetti si diversificano, assumono dimensioni maggiori, acquistano realismo espressivo.
A ben guardare, si scoprono molte altre creazioni plastiche, opera della natura: le montagne con denti, speroni, guglie, pinnacoli, dirupi, crepacci… , le cortecce scagliose, rugose, irte …, gli avvallamenti solcati da ruscelli correnti, saltellanti, serpeggianti … , i massi erratici rivestiti di microscopiche e variopinte corolle.
Il Rifugio ben inserito nel contesto ambientale ed arredato in stile rustico, merita di essere visitato ed ammirato.

CAI Verbano - Mont Fallère (Valle d’Aosta): Rifugio Mont Fallère CAI Verbano - Mont Fallère (Valle d’Aosta): durante la salita

Dopo la sosta, imboccato un tratto in saliscendi tra rigogliose fioriture, anche di stelle alpine occhieggianti a chiazze, e superata l’indicazione per il Lago Faller verso cui alcuni si dirigono, incomincia la vera salita. Ci aspettano tornantini e modeste impennate, traversi su ghiaietto o su pietraia fino al Colle e quindi un breve tratto di cresta attrezzato, superato il quale si è in vetta, tutti quanti emozionati e felici.
Pur essendo una frequentatrice di vette, raramente mi è accaduto di capitare in un punto così panoramico, una sorta di piedestallo attorniato da tutti i Quattromila della Regione, che sfilano come in passerella con un ventaglio di cime cadette al seguito: il Monte Bianco, il Cervino, il Gran Combin, la Grivola, il Gran Nomenon. La nitidezza dell’aria agevola anche la visione delle sottostanti vallate, con villaggi, malghe, laghi, strade, impianti sciistici, atti a risvegliare in ognuno dei presenti piacevoli emozioni e dolci ricordi.

CAI Verbano - Mont Fallère (Valle d’Aosta): foto di gruppo al Mont Fallère CAI Verbano - Mont Fallère (Valle d’Aosta): sosta con gruppo allargato

Quando l’orologio inflessibile segna il momento del distacco da questo angolo paradisiaco, incominciamo a scendere in allegria, tra voci, richiami, risate, fischi.
Poiché credo di essermi soffermata sulle componenti soggettivo- sentimentali dell’escursione, ritengo sia necessario anche analizzare il vissuto con criteri di oggettività, predisponendo una sorta di “scheda di valutazione” con indicatori e relativi giudizi.
Eccoli.
1. Interesse: massimo. Il numero delle richieste ha superato quello dei posti disponibili
2. Condizioni climatiche: ideali. Tempo soleggiato ma fresco
3. Varietà elementi dei territorio: ampia, soprattutto in riferimento alla biodiversità
4. Sviluppo dell’itinerario e dislivello: medio alti
6. Impegno: tragitto non banale, per escursionisti esperti, con passaggi in cresta su roccia.
7. Vista: eccezionale
8. Soddisfazione dei partecipanti: unanime ed entusiasta
9. Stile di conduzione della gita: professionale ed accurato
10. Comportamento dei partecipanti: corretto; talune intemperanza verbale da parte della componente femminile, stridenti con il bon ton, ma non lesive del comune senso del pudore e pertanto non sanzionabili.
Punteggio totalizzato: 10 su 10
In considerazione di quanto sopra, si richiede, anzi si prega calorosamente, la responsabile della gita, signora Maria Canetta, di attivarsi per inserire nel calendario CAI Verbano del prossimo anno analoghe opportunità.

La galleria fotografica dell'escursione