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Con il CAI Verbano e CAI Schio alle Piccole Dolomiti: Sacello Ossario del Pasubio al Pian delle FugazzeArrivo al Passo del Pian delle Fugazze, recupero di Paolo,  trasferimento al grande Ossario del Pasubio, incontro con Giancarlo e Umberto, i due Vice Presidenti del CAI di Schio (che saranno con il gruppo verbanese per tutte e due le giornate di sabato e domenica), visita al memoriale in commosso silenzio, breve spuntino, accompagnati da un bel sole caldo.  Poi, qualche goccia di pioggia che non scalfisce minimamente il clima di serena letizia che aleggia tra i 44…..  gocce che ben presto si tramutano in una bella pioggia torrenziale che lascia perplessi, ma non sconfortati.  La pioggia in breve tempo rallenta di intensità, cessa e ritorna il sole. Si parte tutti contenti, imboccando subito il sentiero 175 dell’Emmele; pendenza regolare, costante, lunga serie di tornanti che risale la costa Sud Con il CAI Verbano e CAI Schio alle Piccole Dolomiti: Pian delle Fugazze visto dal sentiero 175 che porta a CampogrossoEst del Cornetto. Ritorna a piovere, sempre più intensamente, c’è vento e infine anche la grandine, piccola, fine, noiosa;  nubi e nebbie  intense salgono rapide dalla valle, grigie, avvolgenti.  Il gruppo procede spedito e “colorato”; gli zaini riparati da sacchi che si spera impermeabili; ombrellini, ampie mantelle, giacche a vento che dovrebbero limitare i danni. E’ silenzio: si sente solo il ticchettio della grandine, il rumore dei passi sull’acciottolato e dei bastoncini sui sassi. La grandine cessa gradualmente, la pioggia si placa, si intensifica il vento e le nubi vengono finalmente allontanate. Ci si accorge così, arrivati sulla sella  dell’Emmele, di essersi inerpicati  su su verso le cime e di avere sotto ai piedi, proprio a strapiombo, la severa costruzione dell’Ossario e, appena a sinistra, il Pian delle Fugazze che la distanza rende piccolissimi, ma vicini. Il sentiero prosegue aereo e panoramico, aggirando le Torri dell’Emmele e del Dente Rotto, talvolta intagliato nella roccia, altre volte penetrante nella montagna attraversoCon il CAI Verbano e CAI Schio alle Piccole Dolomiti: su uno dei tanti sentieri del Cengio Alto gallerie  basse e buie da percorrere con cautela con la testa china ed attenti a dove mettere i piedi. Ci si aiuta l’un l’altro, in silenzio.  E’ un ambiente severo, quasi surreale: guglie di ogni dimensione, pareti vaste ed articolate, verticali pilastri, vaj stretti e ripidi di cui non si vede la fine, folate di nebbie che impreziosiscono e avvolgono il tutto in un alone di suggestiva bellezza, valorizzando il verde dei mughi e le molte varietà di fiori che costellano il percorso.
Ed ecco la Forcella del Cornetto dove s’immette il sentiero 149 di Arroccamento “eccezionale percorso che corre lungo il versante est della catena del Sengio Alto, appena sotto il crinale, collegandone i rilievi. Realizzato dopo la Strafexpedition del 1916 per mettere in comunicazione le varie opere di difesa, costituisce un itinerario particolarmente panoramico di singolare bellezza alpinistica”, quindi il Passo degli Onari, Passo dei Forgari e quindi Passo delle Giare Bianche.  Il prossimo Con il CAI Verbano e CAI Schio alle Piccole Dolomiti: lungo la traversata del Cengio Altopasso è Baffelan, ma per raggiungerlo  bisogna superare due brevi interruzioni (un tempo dotate di arditi ponticelli) attrezzate con robuste catene che, con il saldo contributo di  Giancarlo, Umberto, Franco, Marco e Tino, vengono superate (forse con qualche po’ di adrenalina) con calma ed attenzione da tutti. Le soste sono lunghe e si ha così il tempo di focalizzare i particolare, vedere “faccine” nei profili delle guglie, scorgere un camoscio che atleticamente si sposta da un canalone all’altro, ecc. E poi Sasso delle Gane, con di fronte il Carega, il monte che saliremo il giorno successivo e di cui Giancarlo indica il percorso che si dovrà seguire,  fino a Campogrosso, su bel sentiero che si ripercorrerà il giorno seguente, passando sotto l’incombente parete della Sisilla.
Siamo al rifugio, assegnazione dei posti letto, rinfrescata, giro di ispezione fuori dal rifugio e poi una buona cena in un bel locale accogliente.  E’ serata di luna piena e si è tutti fuori a vederla sorgere; lei, la luna, fa la preziosa: c’è, ma non splende,Con il CAI Verbano e CAI Schio alle Piccole Dolomiti: sul Monte Carega non è ancora l’ora, ammicca sorniona tra qualche nuvola amica. I 44 hanno sonno; l’indomani la levata è ancora all’alba. Si lascia la luna al suo destino.
La meta della seconda giornata di cammino è il Carega per il sentiero 157, attraverso il Boale di Fondo, che si raggiunge dapprima in una bella faggeta poi su ripido sentiero in canalone detritico, avvolto anche questa volta dalla nebbia che fa solo intravvedere l’ambiente che si percorre, fin sotto ad una ampia bastionata grigia per uscire infine alla Bocchetta Fondi da cui si domina l’ampia vallata con il rifugio Scalorbi e un dedalo di sentieri.  Per mulattiera di guerra si guadagna la testata del vallone fino al crinale dove sorge il rifugio Fraccaroli e da qui, in poche decine di metri, su facili roccette si raggiunge la croce del Carega con il sole, tanta soddisfazione ed un pizzico di emozione.  Il percorso è affollatissimo di escursionisti di ogni età, ma soprattutto giovani e giovanissimi,  che incrociando il nostro gruppone salutano cordiali, interessandosi sulla nostra provenienza, sulla Con il CAI Verbano e CAI Schio alle Piccole Dolomiti: di ritorno al Pian delle Fugazze in un incantevole paesaggiometa, ecc.
Il tragitto di rientro è ancora lungo e non c’è molto tempo per sostare, come si vorrebbe, ad ammirare tutto quel ben di dio. Poi la nebbia è sparita e pare, rientrando alla Bocchetta Fondi ed al sottostante vallone, di passare da quel sentiero per la prima volta, incontrando guglie e pareti che al mattino, salendo, non si erano minimamente avvertiti.
Breve sosta al rifugio e poi l’ultimo strappo per ritornare su bel sentiero, tra malghe e boschi, al Passo Pian delle Fugazze al nostro bus (dopo più di 12 ore di cammino) a salutarci con un brindisi, a ringraziare chi ci ha condotti tra tante bellezze, a scoprire una natura tanto diversa dalla nostra, a provare nuove, forti emozioni.

Le foto dell'escursione