Aria allegra e di festa sul pullman con 33 escursionisti del CAI Verbano diretti alle Alpi Orobie. Pochi di noi le conoscono, ma il nome stesso evoca immagini positive e accresce la voglia di andarci.
Arriviamo all’imbocco della Val Brembana dopo un’ora e mezza di pullman. La bella valle si estende per oltre 60 km dalleCAI Verbano alle Alpi Orobie: sul Passo dei Frati sorgenti del Brembo -  chiusa dai contrafforti delle Alpi Orobie alle falde del Pizzo del Diavolo -  fino allo sbocco nella pianura nei pressi di Villa d’Almè.
Massimo, la nostra guida, che da ragazzo abitava a Zogno, ci elenca  con passione e con un  pizzico di nostalgia le peculiarità della valle.
Ci parla dell’acqua minerale San Pellegrino, tuttora apprezzata per la sua leggerezza e composizione minerale, del “formai di Mut” o formaggio di monte della Valle di Taleggio dove si produce il ben noto formaggio, di origine lombarda, appartenente alla categoria degli stracchini, della polenta Taragna e degli importanti centri di produzione di marmi e graniti.
Arriviamo a Carona, ultimo paese della Valle, situato nel cuore delle Alpi Orobiche a più di 1100 m. di altitudine, alle ore 8,30. Il tempo non è un gran che, ma lascia ben sperare.
Alle ore 9,00 siamo già in cammino per il Rifugio Laghi Gemelli dove ceneremo e dormiremo per poi proseguire il giorno dopo per il Rifugio Calvi attraversando passi e laghi alpini di incommensurabile bellezza e da qui di nuovo a Carona per una lunga ed estenuante carrareccia.
CAI Verbano alle Alpi Orobie: il Lago del BeccoLe nostre guide Massimo e Franco conoscono il giro ad anello a memoria avendolo fatto, come prova, la settimana prima.
Lasciamo il paese superando la diga sul fiume Brembo, e a circa metà lago sulla destra  inizia il sentiero per il Rifugio Laghi Gemelli. Il cartello posto all’inizio dell’escursione indica: Laghi Gemelli ore 2,30. Noi ce ne metteremo 3,30 compresa la pausa pranzo e qualche sosta qua e la per ammirare il panorama e non solo.
Il sentiero ben tenuto e comodo subito sale ripido e una lunga fila si snoda  lungo il tracciato di conifere e latifoglie, camminiamo con il passo della montagna sapendo che abbiamo tutto il giorno a disposizione e che possiamo godere dell’ambiente, con tranquillità, senza correre.
Prima di raggiungere il lago Marcio, dove faremo la pausa pranzo, notiamo sulle montagne circostanti, superiori a 1800 m., la prima neve della stagione. Giungiamo sul lago artificiale a m. 1.842 dopo due ore e trenta di cammino, il posto è bello e invita a fare una sosta e all’unanimità, decidiamo di fermarci per mangiare.
Sullo sfondo il Rifugio Laghi Gemelli visto dal lago omonimo Riprendiamo il cammino, per il rifugio Laghi Gemelli, dopo una lunga pausa. Raggiunto l’accogliente Rifugio il primo obiettivo, per tutti noi, e stato quello di prendere possesso delle camere, raggiunto il fine e visto che avevamo molto tempo a disposizione prima della cena, qualcuno propone di andare a fare un giro nella zona circostante. La proposta piace e si formano, in pochissimo tempo tre gruppi con le destinazioni. La meta più gettonata è stata  il Pizzo del Becco (m. 2.507) dove sono andati i più allenati, a seguire il giro del lago lungo il quale, alla grandiosità del paesaggio, s’aggiungono rare e spettacolari fioriture di inattesa e sorprendente bellezza e il Passo Lago Gemelli. Dopo qualche ora, di ritorno dai luoghi scelti, tutti o quasi davanti al rifugio ad aspettare che arrivassero le 19,00 ora stabilita per la cena. L’ottimo pasto serale buono ed abbondante è stato apprezzato da tutti, culminato con un lunghissimo applauso al bravo cuoco.
Il giorno seguente, domenica 19, dopo un ottima colazione, ci apprestiamo a fare la seconda parte del trekking: Laghi Gemelli – Rifugio Calvi – Carona. Sono le 8,00 siamo tutti pronti per l’avventura. Facciamo la foto di gruppo e partiamo.CAI Verbano alle Alpi Orobie: il Lago alpino di Aviasco Arrivati al tranquillo e poco frequentato Lago del Becco, che giace ai piedi del pizzo omonimo, con stupore e meraviglia notiamo in lontananza il Monte Rosa, visione inaspettata, per noi tutti, vista la lontananza. Superiamo il lago e ci dirigiamo, in un ambiente di straordinaria bellezza, per il Passo d’Aviasco. Ambiente in cui, per cogliere appieno l’incanto dei colori, abbiamo “sfoderato” (chi l’aveva) la macchina fotografica per rubare  alla natura i sui momenti magici.
Da qui fino al Rifugio Calvi incontreremo un infinità di laghi alpini tutti splendidi ed ognuno con il suo incanto. Superato il Passo scendiamo verso il lago d’Aviasco, lo superiamo e alla fine del lago prendiamo il sentiero per Cernello Baita. Ivi giunti notiamo alla nostra destra all’orizzonte un pezzettino del Lago di Lecco nella Val Seriana; più avanti sotto il Pizzo Madonnino alla nostra destra l’inconfondibile sagoma del Monte Presolana, un imponente blocco calcareo CAI Verbano alle Alpi Orobie: ai piedi del Pizzo Madonninoa 2.521 m. s.l.m. montagna simbolo della Val Seriana (BG).
Giungiamo al Rif. Calvi (m.2.015) attraverso il Passo Portula (m. 2.280) dopo 6  ore di cammino un po’ stanchi e ci fermiamo per l’ultima e meritata pausa prima di Carona, ultima tappa del trekking. Tale Rifugio, situato in una conca di rara bellezza in alta Val Brembana, ai confini con la Val Seriana, è circondato dalle vette del Pizzo del Diavolo, Gabriasca e Madonnino.
Rinfrancati dalla sosta riprendiamo il cammino per Carona superando il Fregabolgia ultimo lago dell’escursione. Giungiamo a Carona paese alle 17,30. Alle ore18,00 in punto, come da programma, con il nostro bus partiamo alla volta di Zogno per la cena, ma anziché alle 19,00 come previsto giungeremo alle 20,30 a causa del grande traffico. Arrivati finalmente a destinazione siamo accolti dai parenti di Massimo e da alcuni amici di Verbania venuti con il nostro pullman solo ed esclusivamente per la cena. Ceniamo  in allegria contenti della due giorni nelle Orobie.
Grazie agli organizzatori per l’impegno profuso e al CAI Verbano.
Alla prossima!

Le foto dell'escursione