6 marzo 2009
Dopo i saluti ai numerosi presenti in sala, seguiti da una breve presentazione della “Pro Valle Cannobina”, sono state illustrate le molteplici attività che l’associazione, con un’opera instancabile svolta da ormai 35 anni, ancheI rappresentanti dell'Associazione Pro Valle Cannobina al CAI Verbano in collaborazione con la Comunità Montana Val Cannobina, ha attuato per la crescita del proprio territorio, per la valorizzazione della propria cultura e tradizione, per la promozione delle risorse naturali e turistiche.
La serata si è svolta con la proiezione di diapositive commentate piacevolmente e con dovizia di particolari da Ornella e Silvano Dresti che hanno ripercorso, tramite le belle immagini, le fasi più salienti della storia della Valle. E’ stato ricordato il parziale spopolamento avvenuto intorno agli anni ’60 di una buona parte degli abitanti. Le località di trasferimento sono state per alcuni Cannobio “capitale” e “porta” della valle”, altri invece sono andati a cercare la fortuna all’estero in Europa e nelle Americhe. Oggi, gli abitanti rimasti in valle sono 969 (censimento 2001), mentre, prima dell’inizio del parziale spopolamento, erano 4.145 (censimento 1901), più di quattro Cannobio e la Valle Cannobinavolte. A causa di questa lenta, ma inesorabile emigrazione, regredisce la difficile agricoltura strappata alla montagna con ingegnosi terrazzamenti, e così le terre, prima coltivate, si ricoprono di nuovo di arbusti e di foresta. Rimane però in tutta la valle l’arte e l’architettura a testimonianza del grande passato, come le cappelle costruite lungo i principali sentieri che “avevano anche il compito di cadenzare il cammino, permettendo la sosta ed in alcuni casi il riparo dal maltempo. Tipiche sono, in questo senso, le cappelle con ampio portico frontale, a volte a cavallo del sentiero, dove il viandante poteva sostare su semplici sedili o anche solo appoggiare la gerla senza neppure toglierla dalle spalle”. Si è parlato del Museo Etnografico di Gurro e della Valle Cannobina dove sono conservati numerosi oggetti, arredi, strumenti di lavoro, abiti e fotografie che raccontano la vita di un tempo. Nei mesi estivi, durante le feste religiose, nelle fiere e nelle mostre, vengono riproposti dal Gruppo Folcroristico della Val Cannobina i costumi valligiani. E’ stata ricordata, per quanto riguarda le ricorrenze, la festa dei Lumineri e dei Lanternit che si commemora ogni anno a Cannobio. Invece per gli appassionati dell’escursionismo è stata menzionata la via Borromea, denominata così in onore della visita pastorale effettuata da San Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano, di cui la Pieve di Cannobio faceva parte.
Durante la serata non poteva mancare la storia, esposta sempre tramite diapositive, dei Santuari della Valle Cannobina e della Valle Vigezzo.
Del Santuario della SS.Pietà a Cannobio, a cui la popolazione della Valle Cannobina era ed è tutt’ora particolarmente legata, è stato raccontato l’avvenimento miracoloso della costola del Cristo e cioè che “nell’inverno del 1522, nella casa affacciata sul lago di un facoltoso notabile, avvenne un evento miracoloso,Il Museo Etnografico di Gurro e della Valle Cannobina legato ad un piccolo dipinto su pergamena raffigurante la Pietà: dalle ferite del Cristo e dagli occhi della Vergine e di San Giovanni cominciò a scendere sangue, mentre dal torace uscì una costola. Attorno a questo episodio si raccolse non solo la venerazione del popolo, ma anche l’interesse di San Carlo Borromeo, il quale affidò al Tibaldi il progetto del nuovo santuario, dedicato all’immagine miracolosa, la cui costruzione fu iniziata nel 1575 e terminata nel 1614. Oggi il dipinto è custodito sull’altare del Santuario.
Anche il Santuario della Madonna del Sangue di Re, che segna da secoli la fede degli abitanti delle Valli Cannobina e Vigezzo, è legato da un evento miracoloso. L’immagine della Madonna, dipinta sulla facciata della vecchia chiesa del paese, iniziò a sanguinare dopo essere stata colpita da un sasso lanciato dal giovane Giovanni da Londrago, adirato per la perdita al gioco della “piodella”, il 29 aprile 1494. Oggi é conservata all’interno dell’altare maggiore della chiesa di San Maurizio, struttura oggi inglobata nel Santuario dedicato alla Madonna del Sangue.
La caratteristica immagine della Madonna col Bambino, con alla base il cartiglio con la scritta “In gremio Matris sedet Sapientia Patris” è stata ripresa in innumerevoli cappelle votive di tutto il nostro territorio di cui ne è la protettrice.
Dal CAI Verbano un Grazie speciale agli amici della “Pro Valle Cannobina” per l’importante e interessante serata che ci hanno offerto.